sabato 15 settembre 2007

Come il Pettirosso
sii umile e fiero
Come l'Usignolo
canta allegro
Come la Rondine
vola nel cielo libero
Come l'Aquila
sii sempre forte
Come la Fenice
risorgi dalle tue ceneri
Come l'Angelo
sii divino
Come il Grifone
sii leggenda
Sii te stesso e fatti
crescere
le ali
ne hai bisogno

martedì 11 settembre 2007

Che il Leone Forte
fosse il re della foresta
lo dicevano tutti
tranne
la Pulce Tenace che lo sbeffeggiava
dal suo Orecchio Sensibile
Allora il Leone Forte
era andato nel Deserto Arido
finchè la pulce non aveva detto:
"Folle animale! Vuoi lasciarti morire
così che io muoia con te?
Hai vinto
Riportami nella foresta e ti lascerò stare"
E
incamminandosi verso casa
il Leone Forte
aveva risposto
"Resta dove sei
lo meriti"
E ora la pulce gli diceva
"E' proprio vero
sei tu il re della foresta"
"Dici che sei superficiale?"
Aveva chiesto il Curioso Franco
"Sì, lo sono"
Aveva risposto l'Amico Distratto
con un'alzata di spalle
"E perchè
sei superficiale?"
"Non lo so
non me lo sono mai chiesto"
"Allora perchè
dici che lo sei?"
lo aveva incalzato Franco
"Si vede che una volta
me l'ha detto qualcuno"
E a quel punto Franco, sorridendo
gli aveva risposto sconsolato:
"Io ti ho solo detto la verità"
Il Telefonino Nuovo
aveva mille funzioni
tutte inutili
tranne qualcuna
che nessuno usava mai
Il Telefonino Nuovo
insoddisfatto
aveva notato la debolezza
della Mano Sudaticcia
e con la Potente Vibrazione
si era liberato
dalla sua stretta molle
e dopo la caduta mortale
i circuiti all'aria aperta
per la prima volta
si era sentito libero
Olos viveva nella torre
da lì vedeva ogni cosa
e niente poteva raggiungerlo
tranne il profumo fresco
della Giovane Donna
Olos
aveva abbandonato il rifugio sicuro
per conoscere la Giovane Donna
che quando l'aveva visto
era fuggita disgustata
Olos
avrebbe voluto tornare nella torre
non era più possibile
e tanti gli passavano accanto
e forse gli parlavano
e ora
solo ora
Olos
era davvero
Solo
Le Alte Mura
erano crollate
I soldati fuggivano atterriti
L'Orda continuava ad avanzare
e il Guerriero Solitario
continuava a combattere
ripetendo soltanto il suo nome:
Valeria
Valeria
Il ramo destro
voleva essere migliore
del ramo sinistro
che a sua volta voleva essere migliore
I due rami erano forti
e avevano scelto direzioni diverse
Ogni foglia
orientata diversamente
Ogni scelta
differente
Solo lo scopo era uguale
avere più sole
dare il frutto più dolce
essere migliore
Il tempo passava
e nascevano i frutti succosi
da entrambi i rami
ed ogni frutto era bello
grande
e aspro
Solo a quel punto i rami
capirono l'inutilità della gara:
entrambi erano gli amati figli
dello stesso albero
di Limoni Dorati.
Il bravo poeta sedeva tranquillo
all'ombra di un grande albero verde
osservava sereno il cielo limpido
asclotava il suono fresco
dell'acqua che scorreva dolce
sentiva il profumo selvatico
dell'erba soffice
e cercava le magiche parole
che sempre trovava
stavolta senza riuscirci
"Sei troppo tranquillo
troppo sereno
per una poesia"
gli diceva chi lo incontrava
Il bravo poeta
era rimasto seduto
e calmo
si era rilassato ancora di più
e si era accorto
che con naturalezza
aveva creatuo una nuova
magica
poesia
L'Uomo che voleva
crescere
era andato nei sotterranei paurosi
era buio
pericoloso
c'erano tutte le mostruosità
tutte le paure
L'uomo che voleva
crescere
era solo
circondato
da ciò che più temeva
non fuggiva
osservava incuriosito
tutte le mostruosità
che non facevano più tanta paura
e quando se ne era andato tranquillo
l'Uomo che voleva
crescere
era cresciuto
un altro po'
La ragazza
sorrideva affascinata
all'inutile uomo
seduto accanto all'Uomo Saggio
che tanto saggio non era
visto che era geloso
La poca vera Saggezza
combatteva con la banale
e potente Gelosia
e alla fine L'Uomo Saggio
che tanto saggio non era
era un poco più saggio
e non importava
a chi sorrideva
la ragazza
La musica scivolava
nota dopo nota
senza nessuno
che ascoltava
la musica era sola
voleva solo essere ascoltata
non capita
non amata
solo ascoltata
tu
che puoi
ascolta bene
anche ora
se vuoi
la puoi sentire
Il pensiero era tornato
con tutta la sua spiacevole forza
il pensiero tornava sempre
tornava
con il dolore
tornava
più forte
più spiacevole
tornava
"Perchè?"
L'Uomo Tenace
si chiedeva stanco
sapendo
che nemmeno quella volta avrebbe avuto
la risposta
Il pensiero tornava
sempre forte
senza risposte
col Dolore
e basta
La Lacrima
triste
rigava il viso sporco
avrebbe voluto sentire la Bocca ridere
aveva accarezzato le guance lisce
e solleticava le labbra chiuse
una smorfia
non un sorriso
il momento era triste
triste
e una Lacrima sola
poteva soltanto
renderlo
salato
L'Ostacolo era grande
minaccioso
"Fermati"
diceva al ragazzino
"Devo andare
Avanti"
rispondeva la debole voce
"Sta' zitto! Vai via!"
L'Ostacolo rideva soddisfatto
mentre il ragazzino se ne andava svelto
poco dopo però era tornato
e l'Ostacolo Grande
non più minaccioso
guardava in silenzio il ragazzino
che saliva sulla scala
Il Gatto Pigro
dormiva
nel sogno correva forte
per catturare la preda
le zampe morbide
per istinto
si erano mosse e
avevano svegliato il Gatto che
Pigro
aveva aperto poco l'Occhio Felino
aveva visto la ciotola colma
di cibo già pronto
e annoiato
era tornato a dormire
Gli occhi chiusi
il Silenzio Gentile
parlava al giovane uomo
che con rispetto ascoltava
e cercava di capire
Il Silenzio lo abbracciava
e gli diceva tutti
i Segeti
che conosceva
sperando che il giovane uomo
imparasse presto
prima che tornasse il Solito Rumore
che a tutti quanti parlava
senza avere nulla da dire
La Penna
che era un Oggetto Semplice
uno strumento da usare
e basta
capiva
quello che la Mano Tremante
voleva che scrivesse
e non era d'accordo
lei amava
la Mano stanca
di vivere
e così la Penna protestò
una macchia
niente di più
poteva fare
e la mano sorpresa
si fermò un attimo prezioso
a pensare
e d'un tratto capì
di voler continuare
a vivere
Sono il messaggero
ho con me mille parole
parole belle
brutte
dolci e parole dure
una
una
soltanto
è per te
non l'ho scelta io
e tra mille parole è
questa la tua
e mi dispiace
perchè ti amo
e non te lo posso dire

Il Sole
Piccolo
appena nato
gioca a colorare
il cielo azzurro
con mille sfumature
rosse
Poi
cresciuto un poco
sveglia col suo Caldo Abbraccio
i pigri animali che ancora dormono
Poi
cresciuto ancora
all’apice del suo splendore
nutre la Terra intera
col suo Calore
e la sua Immensa Energia
Poi
calato un poco
col suo Tepore
bacia tutte le piante
Poi
stanco
tornato piccolino
gioca ancora col cielo
dipingendo nuovi tramonti
Poi
calato all’orizzonte lontano
lascia che le creature
più belle
godano le meraviglie
del cielo stellato
E i Colori intanto
per rispetto
si fanno grigi e scuri
non sapendo che tanto
Poi
Il Sole rinasce
Bambino

e ricomincia a colorare

Il Fuoco Caldo
voleva stare
col Fiore di cui era innamorato
“Abbracciami”
diceva il fiore
La passione era grande
e del Bel Fiore Colorato non sarebbe rimasto
che un mucchietto di cenere scura.
Il fuoco scoppiettava
ardeva
gridò
e corse verso
la Fredda Roccia
che l’avrebbe spento.
La Roccia capiva
e si lasciò bruciare
quanto bastava
per disegnare un fiore

Il coniglio teme
ogni rumore
per quanto sia debole
e nessuna tana è abbastanza sicura
da proteggere il suo fragile
corpicino
contenitore del suo spirito dolce
e vulnerabile.
Se vedi un coniglio
non cercare di accarezzarlo
lo spaventeresti
se gli vuoi bene davvero
fa’ che la tua carezza
arrivi da lontano

L’Urlo del Grosso Orso
fortissimo
rosso fuoco
tremavano le foglie
gli alberi
persino
le montagne
temevano
la Furia dell’Orso
Ora
ogni cosa
ora
distrutta
ora L’Orso
Urla

“Non lasciarmi solo
ti prego!”
Gridò il cagnolino
Le ombre erano minacciose
il Buio
lo stringeva.
“Per favore
non te ne andare!”
La porta si chiuse con un rumore forte
violento
e restò chiusa
per sempre

L’uccellino era ancora nel piccolo
nido sicuro
che l’aveva visto crescere.
Il nido era tuttora accogliente
ma l’uccellino voleva vedere
le meraviglie del mondo
voleva
volare
non sapeva se ce l’avrebbe fatta subito
o se invece sarebbe
caduto
non sapeva se i suoi forti genitori
erano abbastanza vicini
da proteggerlo
e non sapeva quanto in alto
fosse il nido
sarebbe caduto? Avrebbe
volato?
L’uccellino non poteva saperlo
ma ci provò
e nessuno sa se cadde
o volò